Skip to main content

Pandora, l’ arte di Gabriella Furno

testo di Manuela Sandri

Quest’ opera a prima vista sembra una favolosa scultura in resina di una donna africana a grandi dimensioni che sta per portarsi le mani sulla testa, come a non voler sentire un grande rumore

Scopriremo come quest’ opera parla delle mostruosita’ create da un’ informazione viziata e alterata dal desiderio di controllare le masse. Vediamo come e perché’.

Pandora

Cerchiamo di capire e contestualizzare il titolo.
Il vaso di Pandora (chiamato anche scrigno di Pandora) è, nella mitologia greca, il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Ricordiamo il mito:
Per vendicarsi di Prometeo, che aveva donato il fuoco agli uomini rubandolo a Zeus, il re degli Dei Giove, decide di donare la prima donna mortale, Pandora, agli uomini. Si tratta di una sottile vendetta perché Pandora, (resa bellissima da Afrodite, a cui Era aveva insegnato le arti manuali e Apollo la musica e che era stata resa viva da Atena), è destinata a portare alla perdizione al genere umano.

Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne “Le opere e i giorni” il “vaso” (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo.
Questo vaso, che dovrebbe contenere il grano, contiene invece tutti i mali che affliggono l’uomo e che sono fino a quel momento separati da lui.

Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il “dono” della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, tra cui gli spiriti maligni della “vecchiaia”, “gelosia”, “malattia”, “pazzia” e il “vizio”.

Sul fondo del vaso rimase soltanto la Speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo.

Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni e gli uomini erano, così come gli dei, immortali.

Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale, simile ad un deserto.
Con il mito del vaso di Pandora la teodicea greca assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell’uomo.

Torniamo ora alla scultura dell artista, parlando con Gabriella ho scoperto che lei ha scelto il colore rosso per un motivo.

Il colore rosso rappresenta l’olio di palma ( che di fatto in natura e’ rosso) come espediente per parlare delle mistificazioni delle notizie pilotate dai mezzi di comunicazione di massa.

Che cosa sappiamo noi in occidente dell’ olio di palma? Che fa male e dobbiamo controllare sulle etichette dei prodotti che non ci sia in quello che mangiamo.

Pochissimi invece sanno, che l olio di Palma storicamente viene utilizzato in Africa ad uso terapeutico, medicinale e curativo.

Purtroppo a causa del suo uso industriale intensivo, questa pianta, e’ stata demonizzata dai Mass media e il messaggio che e’ passato e’ di essere dannoso per l’umanità.

Ma non e’ così.
Buffo eh? Come le multinazionali riescano a mistificare la realta’ ribaltandola completamente, solo per seguire i propri interessi.

Ecco devo dire che rileggendo il mito di Pandora non posso fare a meno di pensare che sarebbe stato forse meglio per me non cominciare mai a leggere ed informarmi durante il primo Lock down.

A quest’ ora non avrei litigato con la mia famiglia e tanti amici e conoscenti, rendendomi insopportabile perché contraria all obbligo vaccinale di massa.

La mia curiosita’ ha forse generato tutti mali del mondo?
O forse mi ha reso consapevole di questi mali che sono sempre esistiti a mia insaputa?
Domanda retorica.

Ipotizziamo:
Come mai le informazioni in nostro possesso sono così distanti dalla Verita’ riguardo all olio di Palma?
Forse l Africa era sul punto di prendere il controllo della produzione di olio di palma ed arricchirsi e questo ha dato fastidio alle multinazionali, non lo sappiamo ad oggi,
è qualcosa che le multinazionali ci nascondono consapevolmente.

Questa donna, Pandora, simboleggia femminilità e fertilità, ma rifiuta di ammettere le tristi verità che la circondano, tra cui la menzogna che l’olio di palma faccia male, mentre e’ ricco di virtù per l’umanità in Africa.

Questa donna africana non capisce come sia possibile che l’olio di palma, che assicura la sostenibilità della vita umana in Africa, possa essere dannosa nel resto del mondo 🙂

Questa e’ la lettura e l’ accezione data dall’ artista stessa, Gabriella Furno, alla sua opera!
Magnifico.
Questa lettura mi permette di riflettere su vari aspetti del sociale e della storia della nostra cultura e della cultura africana.

Finalmente il vaso di Pandora delle menzogne e della manipolazione mediatica, con la Pandemia, si e’ scoperchiato e Gabriella Furno era lì per raccontarci il suo personale punto di vista riguardo all Africa, un continente che e’ molto rilevante ai nostri giorni e lo diventera’ sempre di piu’.
Ancora non e’ facile comprendere le conseguenze di tutto quello che abbiamo vissuto in periodo pandemico.
Mentalmente abbiamo tutto sommato reagito bene. Dimenticando.
Ma una quantita’ inaspettata di persone ha azionato il cervello ed ha iniziato a guardare al mondo in maniera piu’ scaltra e consapevole.

La comunicazione di massa rimane sempre viziata, di fondo, ma oggi molte piu’ persone se ne accorgono rispetto al passato.
Ragionano in maniera piu’ critica e autonoma,studiando e informandosi attraverso diversi canali, al di la’ di quanto viene propinato dai Mass media ufficiali.

In particolare lo studio del potere della comunicazione sulle masse e’ un capitolo che e’ stato riaperto.
Da 1984 di George Orwell scritto nel 1948, a Fahrenheit 911, agli esperimenti di Milgram nel dopoguerra, a Quarto Potere – la letteratura e’ vasta – La presa di coscienza e’ iniziata!
..anche se “Pandora” ci induce a pensare che la forza dirompente della Verita’, possa essere superiore alle nostre forze, ( e faccia sicuramente venire mal di testa.. e’ un fardello troppo importante per fare finta che non esista.
Riconoscere la Verita’ a volte e’ superiore alle nostre forze, nella sua dirompente drammaticita’.

L’ unica opera a cui mi sento (concettualmente e non stilisticamente) di paragonare Pandora e’ la Verita’ nuda del Bernini esposta all interno di Galleria Borghese. Come sottotitolo metterei : la Verita’ ha bisogno di Tempo.

Contesto

Immaginate adesso questa scultura Pandora, che rappresenta la Terra
e il divino africano,
nutrita da un immaginario visivo che si rifa’ a mezzibusti e maschere del Regno del Benin (1440–1897)
uno stato africano precoloniale situato in quella che oggi è conosciuta come la regione meridionale della Nigeria.

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Art_of_the_Kingdom_of_Benin

Immaginate poi un’ artista francese Gabriella Furno con origini siculo/algerine – che e’ tornata a vivere in Sicilia dove lavora con il collaboratore Nigeriano originario della regione del Benin –

che crea durante La Pandemia una scultura di 2 metri e mezzo di altezza, rossa imponente maestosa

.. e comincerete a capire qualcosa dell’ opera Pandora.

L’ opera racchiude in se’ lo studio della storia della cultura antica del Benin
da cui Lucky collaboratore e amico dell’ artista discende.

Un grande urlo e anelito di Verita’ e liberazione

Una cifra stilistica assolutamente contemporanea, con influenze germaniche e in particolare berlinesi

la volonta’ di creare opere di arte pubblica destinate al grande pubblico e non solo al collezionismo privato all interno di quattro mura.

…la dirompente ricerca della Verita’ superpartes a cui la grande Arte ci pone sempre di fronte
Vuole essere vista da un pubblico piu’:ampio possibile, vuole rimanere nella storia, vuole cambiare la storia.

L’ arte e’ coraggiosa, impavida, l arte e’ forte, l’arte non ha paura di dire quello che l’ inconscio collettivo rimanda all artista.
I grandi artisti ci arrivano prima degli altri. Gabriella e’ una grande artista.

Il desiderio di rimettere a posto le cose e’ la caratteristica dei grandi eroi, dei bambini, degli artisti, che che con la loro vita si immolano nella ricerca della Verita’ per la felicita’ degli altri o per seguire un ideale.

Che cosa succederebbe se il popolo africano cominciasse a prendere coscienza del proprio potere? Come hanno fatto diversi capi di stato africani rifiutando la vaccinazione forzata di massa? – durante il periodo pandemico – Ricordandosi dei danni che gli esperimenti della Pfizer avevano già’ provocato alle loro popolazioni?

anche la presa di coscienza del popolo africano della nobilta’ della propria storia potrebbero portare finalmente alla fine delle guerre intestine e alla Liberta’ dal giogo dell’ imperialismo francese che ancora stampa la loro moneta.

In questi giorni Parigi e la Francia bruciano, xche’ il sogno dell immigrato che trova la terra promessa in Europa e’ chiaramente infranto.

Il destino ineluttabile e’ tornare indietro, alle origini e creare in Africa l’ Eden da tutti sognato e ricercato durante le migrazioni economiche che hanno segnato gli ultimi 30 anni della storia globale, ma in particolare europea e Italiana.

Che lo spirito di madre Africa resti con noi e ci guidi.

Tecnica

Le sculture di Gabriella hanno una fase preparatoria molto complessa e impegnativa: si crea la scultura in creta, poi si passa al calco in gesso, dove si passa poi a lavorare con la cera persa. Da questo punto in poi si puo’ decidere se utilizzare come materiale finale il bronzo, l’ alluminio o il vetro.

Tutti materiali complessi da lei già’ utilizzati e sperimentati anche in grandi dimensioni.

Alluminio e bronzo Sono materiali molto costosi per la fusione e solitamente utilizzati solo per sculture di piccole dimensioni.

Per le sculture di grandi formati
Oggi si usa la resina in poliestere, ma Gabriella usa la plastaform, polvere liquida, un tipo particolare molto difficile da trovare.

In questo caso Si mette una cera distaccante nel calco e poi diversi strati di liquido di resina.
Poi si va ad incollare le due parti.
E si va a rifinire il tutto a mano.

Riflessioni di
Manuela Sandri
Curatrice e gallerista indipendente
www.artmadeinsicily.com

Gabriella Furno, artista con sede a Palermo e Berlino
https://cocaproject.art/artists/gabriella-furno-coca21/

Bibliografia

https://www.osservatorioalimentare.it/fake-news/olio-di-palma-impariamo-a-conoscerlo/ le principali aziende già utilizzano olio di palma certificato da RSPO come sostenibile. Molte di loro, che aderiscono all’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, intendono arrivare al 100% di olio di palma sostenibile entro il 2020.
È questa, e non il boicottaggio, la soluzione al problema, come lo stesso WWF ribadisce.

Apri la chat
Ciao, hai bisogno di aiuto?
Ciao,
vuoi info sulle stampe da acquistare?